Love is Blind-L'amore è cieco

Phanfiction

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  1. Chiamatemi*Uga*
     
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    Ehilà Forum!!! Questa è una delle mie phanfiction, la mia preferita, a dire il vero :wub: ne ho scritte altre che posterò più avanti. Per ora, questo è il primo capitolo. I personaggi sono quelli del film e... che altro dire? Buona lettura ^ ^ spero vi piaccia ;)

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    imageLove is Blindimage


    Sono passati 5 anni da quando Erik ha visto allontanarsi in barca Raoul e Christine; 5 anni da quando l’Opera Populaire è andata a fuoco; 5 anni da quando Madame Giry e Meg hanno aiutato Erik a fuggire alla polizia, che lo cercava nei sotterranei dell’edificio in fiamme. Ma forse la Musica della notte non è ancora del tutto finita …
    imageCapitolo 1- Rapimentoimage
    SPOILER (click to view)
    - Su, tesoro, è tardi. Andiamo a dormire – disse dolcemente Raoul e aiutò Christine ad alzarsi dalla sedia dello scrittoio; la guidò fino al grande letto, l’aiutò a stendersi e le rimboccò affettuosamente le coperte.
    Si fermò un istante a guardarla e per l’ennesima volta quella colpa gli pesò nel cuore. Ignorandola coraggiosamente, si distese accanto a lei e prese a fissare il soffitto.
    Fuori soffiava un vento gelido e c’era la luna piena. Uno dei suoi raggi azzurri illuminò una figura scura, che si dirigeva a passo svelto verso la villa De Chagny. Avvolto nel suo mantello nero come la notte, l’individuo entrò cautamente dalla finestra aperta e si diresse a passo felpato verso il letto dove dormivano i due coniugi. Rimase per qualche secondo a fissare il volto di Christine, illuminato dalla pallida luce della luna e fu tentato di accarezzarla, ma temette di svegliarla, per cui si trattenne.
    Estrasse dalla tasca una busta bianca e l’appoggiò sul comodino; sfilò la fede dall’anulare di Christine con incredibile cautela, senza che lei si svegliasse e l’appoggiò sopra lettera.
    Lo si vide dopo pochi minuti allontanarsi dalla villa, veloce come era entrato. Ma stavolta portava con sé una grossa borsa e una donna addormentata tra le braccia, nascosta sotto il mantello.
    - Arrivo, arrivo! – fece Madame Giry percorrendo le scale con una candela in mano – ma chi è a quest’ora?! – si lamentò mentre con la mano libera si annodava la vestaglia. Quando aprì la porta, per poco non svenne. – Erik! Ma cosa cavolo …? – non fece in tempo a finire la frase, che Erik era già entrato nella villetta. Madame Giry si affrettò a chiudere la porta, spaventata e furiosa.
    - Erik … - lo chiamò, ma lui la ignorò completamente e portò Christine in braccio, salendo le scale per portarla in camera sua.
    - Erik! – ripeté la donna ad alta voce.
    - Zitta! So cosa stai per dire! – le rispose lui dopo aver adagiato Christine sul letto. – Lo so … - sussurrò e uscì dalla stanza. Antoniette lo seguì in cucina.
    - Allora? – lo incitò Madame Giry innervosita, versando del the anche per lui.
    - Senti … - ammise dopo una lunga sorsata – Io non ce la facevo più, Antoniette! … Non sopportavo più l’idea che mentre io non riuscivo a dormire la notte, lei stava tra le braccia di quello stupido!, che mentre io componevo canzoni per lei, lei ne cantava a lui!, che mentre io impazzivo, mi torturavo col suo ricordo, lei non mi stava pensando … io, io … non ce la facevo più … - si bloccò, sentendo la mano di Madame Giry che si posava dolcemente sulla sua.
    - Lo so cosa provi – fece comprensiva – e so anche che è difficile, ma devi accettarlo, Erik. Christine è sposata, ormai, che ti piaccia o no! Quando ti salvai, cinque anni fa, dalla polizia che ti stava addosso e ti nascosi qui a casa mia, tu mi promettesti che mai più ti saresti avvicinato a lei! – il suo tono ora era di rimprovero
    - Ti promisi anche che non avrei tentato di violentare Meg, non posso mantenere più di due promesse per volta!
    Antoniette alzò gli occhi e prese le due tazze ormai vuote per metterle nel lavatoio.
    - D’accordo. Ti concedo di tenerla qui per qualche giorno – disse la donna dopo una pausa.
    - In che senso? – chiese Erik confuso.
    - Nel senso che può restare qui finché il Visconte non tornerà a riprendersela …
    - Dici sul serio?! – le chiese incredulo. Quando lei annuì, ne fu talmente felice che l’abbracciò e la sollevò in aria.
    - Grazie! Grazie mille, Antoniette! – urlò entusiasta e le baciò la fronte.
    - Ehi calmati! E’ solo fino a quando De Chagny non verrà a riprendersela! – gli ripeté lei.
    -E’ questo il punto! Lui non tornerà a riprendersela, perché gli ho fatto credere che Christine l’abbia lasciato! – spiegò e scoppiò a ridere compiaciuto.
    - Che vuoi dire? – chiese spaventata Madame Giry.
    - E’ semplice. Ho scritto una lettera nella calligrafia di Christine, in cui diceva che lo lasciava per vari motivi e gliel’ho lasciata in bella vista sul comodino, con sopra la fede. Quando poi domattina si accorgerà che mancano le cose di Christine, dovrà per forza credere che se ne sia andata via di casa e dovrà accettare di essere solo un miserabile visconte senza speranze!
    - Aspetta un momento, tu non mi avevi detto che … - Erik non la volle ascoltare.
    - Grazie ancora, Antoniette! Non sai quanto ti sono grato! A quanto pare io e Christine siamo destinati a rimanere insieme …
    - Erik! – Lui non la sentì e si chiuse nel suo studio, dove Christine dormiva ancora beata. Si sedette accanto a lei e si fermò per ore a guardarla sognante.


    Edited by Chiamatemi*Uga* - 19/2/2011, 18:15
     
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  2. Elisa-98
     
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    Bello! Peccato che è solo il primo capitolo e non ce ne sono altri... aspetto il seguito! *-*
     
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  3. Esmeralda 97
     
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    Veramente stupenda *-* spero di leggere il seguito,complimenti scrivi molto bene <3
     
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  4. Chiamatemi*Uga*
     
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    Grazie a tutte sono contenta che vi piaccia ^ ^ oggi allora vi posto il secondo capitolo :woot:
    Vi avverto, in seguito verranno capitoli in cui ci sono sequenze piuttosto hot. Io leggo quasi esclusivamente harmony (quei libricini che vendono in edicola, presente?) quindi... per me è stato quasi naturale scriverlo, ma...ecco, non vorrei che voi vi scandalizzaste nel leggerlo... esme, devo pubblicarlo? O riscrivo la sequenza in stile piu "soft"?

    Ecco il capitolo 2, spero vi piaccia quanto il primo ;)
    imageCapitolo 2 – Il segreto di Christineimage
    SPOILER (click to view)
    Era l’alba. Erik non aveva dormito per vegliare su di lei, ma non aveva sonno. Nell’attesa che si svegliasse, anzi, andò in cucina e le preparò la colazione.
    Christine si svegliò solo pochi minuti dopo, aprì gli occhi e iniziò a tastare le lenzuola del letto su cui era stesa, come se stesse cercando qualcosa. - Raoul? … Raoul dove sei? – chiese ad alta voce.
    Quando Erik entrò nella stanza la trovò così, seduta sul letto con lo sguardo perso, che accarezzava il materasso.
    - Buongiorno, Christine … - le disse con un sorriso. Lei non si voltò a guardarlo e gli rispose con un sorriso: - Oh! Tesoro, eccoti! Vieni qui, per favore!
    Da quando Christine lo chiamava “tesoro”? Convinto di esserselo immaginato, se lo fece ripetere. – Mi hai chiamato “tesoro”?
    - Sì … non ti da fastidio, vero, amore? – ancora più scioccato, Erik le si posizionò davanti, ancora col vassoio in mano, e la guardò negli occhi. Lei gli stava sorridendo e lo invitava con una mano a sedersi accanto a lei. Non stava bene, capì Erik.
    - Certo che non mi da fastidio, anzi! – disse accogliendo il suo invito; appoggiò il vassoio sul materasso e si sedette sul bordo del letto accanto a lei - Solo che … mi sembra strano … - spiegò - non mi hai mai chiamato “tesoro”, né tantomeno “amore” … che ti succede Christine?
    In quel momento Christine realizzò che non stava parlando con Raoul, ma quella voce le era familiare, anche se non riusciva a riconoscerla. Forse era quella di Jehan, il maggiordomo, ma subito si disse che non poteva essere, visto che l’unico a darle del tu nella villa era Raoul. Ma allora … con chi stava parlando?
    Iniziò a cercarlo come aveva fatto prima sul materasso; le sue mani si posarono prima sulle braccia di lui, quindi le fece scivolare verso l’alto, in cerca del viso. Ma quando arrivò al collo, lui l’afferrò per i polsi. - Christine! – la chiamò. Quei movimenti, quello sguardo, … sembrava quasi … no, non poteva essere! Non voleva crederci, non poteva crederci! Con quell’ultimo barlume di speranza che gli era rimasto, le ordinò in un sussurro: - Guardami … guardami negli occhi! – Lei non lo fece; il suo sguardo rimase perso nel vuoto.
    - Non posso … - disse lei con un filo di voce - … non ci riesco, mi dispiace … - era scoppiata in singhiozzi.
    Quella era la conferma ai suoi spaventosi dubbi. Per un qualche motivo che doveva ancora scoprire, Christine ora era cieca e questo lo lasciò senza parole.
    Le lasciò i polsi e fece per prenderle un fazzoletto, ma prima che potesse muoversi, lei lo bloccò inaspettatamente in un abbraccio.
    Aveva bisogno di sfogarsi, di sentirsi capita, non importava da chi, andava bene anche quello sconosciuto che aveva di fianco.
    Erik da quel momento non aveva capito più niente; sapeva solo che Christine lo stava abbracciando, piangendo, e che probabilmente si aspettava che lui ricambiasse. La sfiorò appena, accarezzandole i capelli, quasi fosse troppo delicata per essere stretta con ardore.
    Rimasero fermi, chiusi in quell’abbraccio per altri lunghi minuti. - Non riesco nemmeno a riconoscerti … dimmi chi sei! Ormai le voci mi sembrano tutte uguali! - sussurrò lei dopo essersi un po’ calmata. Aveva ancora le testa posata sul petto di lui.
    - Oh, questo è molto triste … - fece Erik accarezzandole i riccioli castani – E’ triste che dopo neanche sei anni, tu non riconosca il tuo Angelo della Musica …
    Christine si rianimò. Immediatamente si staccò dall’abbraccio spaventata – Erik?! … ma cos …? Io … mi avevano detto che eri morto!
    - Beh, ti hanno mentito – concluse Erik con franchezza. – Nessuno può uccidere il Fantasma dell’Opera! – disse con una punta di orgoglio.
    Christine sorrise – lo so … - dopo qualche secondo di silenzio, Christine ebbe come uno scatto: - Aspetta un momento! Io che ci faccio qui?! Dovrei essere a casa mia! Dov’è Raoul?
    - Stai tranquilla, Raoul sta benissimo. E’ a casa sua, probabilmente starà ancora dormendo come un ghiro … - spiegò Erik, quindi le avvicinò il vassoio e le mise la tazza in mano – Tieni, fai colazione, io vado a farmi un bagno … - disse e lasciò la stanza.
    - No fermo! Erik! Torna qui!!! – urlò Christine, ma fu inutile. Esasperata, scosse la testa e bevve il the, che si era pure raffreddato, ma non importava. Doveva pensare a un modo per tornare a casa.


    Edited by Chiamatemi*Uga* - 19/2/2011, 18:17
     
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  5. Esmeralda 97
     
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    Essendo una fan fiction godi di quella che si dice "licenza poetica"! xD Puoi pubblicare tutto ciò che vuoi se scritto da te e se non troppo spinto,ma non appena arriverà un capitolo in cui ci saranno scene hot tu scrivilo così che ognuno sappia cosa lo aspetta ^^
    Comunque,anche questo capitolo è stupendo *-* anche se leggendo il libro e vedendo l'opera,si capisce che il fantasma non usa questo tipo "di linguaggio" (questo che usa nella tua fan fiction),però questo è un complimento,perchè se c'è una cosa che un bravo scrittore deve saper fare è plasmare i propri personaggi a suo piacimento ^^ complimenti *-*
     
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  6. Chiamatemi*Uga*
     
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    grazie ^ ^ eh lo so del linguaggio, però è difficile intuire cosa direbbe quell'uomo in certe situazioni XP XD

    Ps:in che senso troppo spinto? :huh:
     
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  7. Esmeralda 97
     
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    CITAZIONE (Chiamatemi*Uga* @ 2/1/2011, 19:05) 
    grazie ^ ^ eh lo so del linguaggio, però è difficile intuire cosa direbbe quell'uomo in certe situazioni XP XD

    Ps:in che senso troppo spinto? :huh:

    Sì lo so che è difficile xD
    Comunque,nel senso di "troppo hard" xD cioè se è esageratamente hot censuralo,ma è comunque una tua scelta essendo tua la fan fiction ^^
     
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  8. Lady Sylviette
     
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    wwwaaahhh *w* ma sei bravissima!!** mi piacciono molto le descrizioni e i dialoghi,inoltre qui Erik sembra più dolce rispetto al film xD
     
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  9. Chiamatemi*Uga*
     
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    CITAZIONE
    Erik sembra più dolce rispetto al film xD

    Sì lo so, mi piace un sacco *.* XD
    E sono contenta che vi piaccia =) appuntamento al 9, che posto il terzo capitolo ;)
     
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  10. Chiamatemi*Uga*
     
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    Buondììì :D Ecco, puntualissimo, il terzo capitolo della Phanfiction. Buona letturaaaa!!!! :)
    image imageCapitolo 3 – Ricordi, consigli e precauzioniimageimage
    SPOILER (click to view)
    - Oh mio dio, allora è vero, Christine! Sei qui! – fece una ragazza entrando nella stanza. Christine la riconobbe subito. – Meg! Oh Meg! Sono così felice! Tu che ci fai qui? – disse contenta e si abbracciarono.
    - Io vivo qui adesso. Quando l’Opera Garner è andata a fuoco, in molti siamo rimasti senza casa. Per fortuna, mia mamma aveva ereditato questa villetta da una vecchia zia! – spiegò frettolosamente - Erik mi ha raccontato tutto, Christine! Mi dispiace tantissimo!
    - Hai parlato con Erik?
    - Sì, mi ha detto di aiutarti a lavarti e a vestirti … Oh Christine mi dispiace così tanto! Ma com’è successo? Com’è che sei diventata cieca?
    - E’ stato circa due anni fa. Per festeggiare il nostro terzo anniversario, Raoul mi ha portato in campagna; posto bellissimo, abbiamo fatto un picnic e chiacchierato tutto il giorno. Poi nel pomeriggio abbiamo preso la carrozza; Raoul ha voluto fare lo scemo, ha preso lui le redini e incitava il cavallo ad andare sempre più veloce; io continuavo a pregarlo di rallentare, ma lui non ne voleva sapere. Alla fine, lo ammetto, anche io avevo cominciato a trovarlo divertente, dopotutto, che problema c’era in un prato deserto? Avevo parlato troppo presto. Quasi senza che ce ne accorgessimo, la carrozza si è rovesciata con noi a bordo e io sono svenuta. Quando mi sono svegliata non ci vedevo già più. I medici avevano detto che avevo battuto forte la testa e che il trauma mi aveva fatto perdere la vista. Raoul invece si è solo rotto un braccio. Meglio così, almeno lui sta bene ora.
    - Christine è così triste – disse Meg commossa e l’abbracciò di nuovo. – Suvvia, non farci caso! Vieni, aiutami, non mi va di restare in camicia da notte tutto il giorno! – sorrise Christine per sdrammatizzare e si fece aiutare dall’amica a ricomporsi.
    - Permesso? Posso entrare? – chiese Madame Giry bussando alla porta.
    - Entra pure, mamma, siamo a posto – rispose Meg, continuando a spazzolare i capelli di Christine.
    - Eccovi qui, figliole! Christine, come stai mia cara? – le chiese con infinita dolcezza, posandole una mano sulla spalla. Christine cercò la sua mano e gliela strinse con affetto.
    - Molto meglio ora, grazie – disse con un sorriso. Madame Giry, che ancora non sapeva della cecità della ragazza, la guardò incuriosita, come aveva fatto Erik qualche ora prima. Meg capì al volo cosa significava quello sguardo e prontamente la prese per mano, la portò in una angolo della stanza e le spiegò tutto.
    La donna divenne improvvisamente cupa. – Scusatemi un attimo! – disse ferma e uscì decisa dalla stanza. Era infuriata!
    - Devi riportarla a casa! – ordinò. Erik diede un’ultima avvitata al gancio, prima di voltarsi verso la donna e risponderle con tutta serenità : - No – quindi riprese a lavorare.
    - Sì invece! Tu non mi avevi detto che era cieca!
    - Perché anch’io l’ho scoperto solo stamattina. – le rispose con la solita tranquillità, senza smettere di avvitare e controllare il lavoro.
    - Riportala a casa, Erik …
    - No! – ora aveva interrotto il suo lavoro e la stava finalmente guardando negli occhi. – Perché? Perché dovrei riportarla da quell’idiota che l’unica cosa che è riuscito a fare è stato renderla un’invalida?
    - “Quell’idiota”, come lo chiami tu, è comunque suo marito, che ti piaccia o no!
    - Qui noi ci possiamo prendere cura di lei meglio di lui laggiù!
    - Questo lo credi tu. Riportala a casa Erik, ti prego!
    - Ma perché insisti?! Dovrei portarla lì, perché passi il resto della sua vita sola, tra quattro muri?! No, Antoniette, mi dispiace, io so cosa vuol dire e se c’è una cosa che voglio è che Christine non faccia quella stessa vita che ho condotto io per anni! – e con questo, chiuse il discorso; diede un’ultima controllata al suo lavoro e ripose il cacciavite nella cassetta degli attrezzi.
    Madame Giry sospirò, sperando di riuscire a convincerlo nei giorni seguenti.
    - Che cos’è? – chiese per cambiare argomento, quando vide Erik aprire il cancelletto di legno che aveva appena costruito.
    - Un cancelletto, non vedi? – disse, fermandolo con il gancio di ferro
    - Ma non serve un cancelletto per le scale! – gli fece notare la donna. Il cancelletto infatti, bloccava l’accesso alla rampa di scale che portava al piano di sotto.
    - Perché tu le vedi, le scale – disse Erik facendole l’occhiolino e, presa la cassetta degli attrezzi, si allontanò, lasciando sola Madame Giry.
    Accarezzandone il legno, ad Antoniette non ci volle molto per capire che lo scopo del cancelletto era impedire a Christine di cadere giù dalle scale.
    - Quanto bene vuoi a quella donna, Erik … - sospirò con un sorriso, mentre le sue mani continuavano ad accarezzare l’inferriata.
     
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  11. Esmeralda 97
     
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    CITAZIONE (Lady Sylviette @ 4/1/2011, 12:20) 
    Erik sembra più dolce rispetto al film xD

    Erik è sempre dolcissimo *______* e anche atrocemente affascinante perchè anche passionale <3 quando ero più piccola lo chiamavo Frollimodo ahahah

    Comunque bellissimo! Come tutti! E si capisce chi parla xD perchè in molte fan fiction non si capisce mai chi dice cose,invece qui si capisce benissimo!

    CITAZIONE
    quell’idiota che l’unica cosa che è riuscito a fare è stato renderla un’invalida?

    VAI ERIK! VAI! ahahahah

    Ah senti,il primo capitolo non si vede più tutto intero xD
     
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  12. Lady Sylviette
     
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    bellissimoooooooooo!!** mi piace ** I love Erik,è ironico e dolcissimo *w* abbasso Raoul!!!u.u xD

     
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  13. Chiamatemi*Uga*
     
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    CITAZIONE
    quando ero più piccola lo chiamavo Frollimodo ahahah

    XD XD XD XD XD XD in una serie a fumetti che ho disegnato Frollo e erik diventano migliori amici, sai? XD
    CITAZIONE
    Ah senti,il primo capitolo non si vede più tutto intero xD

    Adesso correggo XP

    E grazie a tutti i lettori!!! Mi raccomando, continuate a leggere, che il bello deve ancora arrivare ;) ci vediamo domenica prossima per il capitolo 4!!!!! :woot:
     
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  14. Esmeralda 97
     
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    Però io ti sto odiando eh,insomma quest'attesa è snervante. Dammi il 4° capitolo ora o ti banno dal forum u.u ahahahah scherzo scherzo tranquì xD.
     
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  15. Chiamatemi*Uga*
     
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    CITAZIONE
    Però io ti sto odiando eh,insomma quest'attesa è snervante. Dammi il 4° capitolo ora o ti banno dal forum u.u ahahahah scherzo scherzo tranquì xD.

    imageimageimage
    Sì anche a me mi stufa aspettare fino a domenica era perché così riusciva a leggerlo più gente ma inizio a trovarlo inutile perché tanto i capitoli restano sempre lì XD
    Ecco il capitolo 4 XD
    imageCapitolo 4 – Tentativo di fugaimageimage
    SPOILER (click to view)
    Christine era seduta sul letto, persa nel suo mondo buio. Meg se ne era appena andata per un motivo che non aveva capito e l’aveva lasciata sola. Improvvisamente, il suono di una canzone la riportò nel mondo reale.
    “Bimba smarrita senza pace, cerchi la mia guida …” le intonò Erik entrando nella stanza. Christine sorrise nel riconoscere la voce del suo Angelo, la rendeva stranamente felice. Ma allo stesso tempo il Fantasma, l’assassino che era stato, ancora la spaventava, e la consapevolezza che in quel momento si trovava sola con lui e non poteva scappare la fece preoccupare non poco.
    Sentì il materasso oscillare sotto di lei e capì che Erik le si era seduto accanto.
    - Ciao, Erik … - sussurrò. In quel momento, sentì le dita di lui infilarsi tra i suoi ricci e iniziare a giocare amorevolmente coi suoi capelli. – Christine … - lo sentì mormorare. Poi le lui smise di toccarla, sentì la sua mano allontanarsi e pensò che si fosse stancato. E invece, dopo qualche secondo, i polpastrelli di lui si posarono dolcemente sulla sua guancia e presero ad accarezzarla dolcemente. Spaventata dalla piacevole sensazione che quella carezza le stava dando, si ritrasse bruscamente.
    - Perché mi hai portato qui? – gli chiese dopo un lungo, imbarazzante silenzio.
    - Penso tu lo sappia già, Christine. Volevo vederti, sentire la tua voce di nuovo … - rispose sinceramente.
    Lei ne fu quasi commossa e fu tentata di dirgli la verità, dirgli che anche lei sentiva la mancanza del suo Angelo, che aveva pianto alla falsa notizia della sua morte; ma non voleva illuderlo troppo.
    - In questi cinque anni non ho fatto che pensarti! – ammise lui in un sussurro - ti ho scritto delle nuove canzoni! – si ricordò - Posso insegnartele e … disse alzandosi dal letto per andare a prendere gli spartiti nel suo studio.
    - No, Erik, no … - lo fermò Christine – Io devo tornare assolutamente a casa! Raoul sarà preoccupatissimo …
    - Tu credi? Io penso che nemmeno si sia accorto della tua assenza.
    Christine si sentì punta nel vivo da quell’affermazione – Come ti permetti … ?
    - … Al massimo, i preoccupati alla villa saranno le cameriere, sono loro che si prendono cura di te …
    - Taci! Raoul si prende cura benissimo di me! – disse furiosa, sentendo le lacrime bruciarle gli occhi.
    - Ah sì? E cosa fa il caro visconte per occuparsi così bene di te, a parte aiutarti a coricarti la sera?
    Christine rimase in silenzio. – Raoul è un uomo molto impegnato. Ha un lavoro prestigioso e non se ne sta chiuso tutto il giorno in casa, inchiodato ad un pianoforte! – si difese.
    - Troppo impegnato per prendersi cura decentemente di sua moglie?
    - Smettila! Lui mi ama. E in questo momento mi starà cercando come un pazzo! – ora le lacrime cominciavano a scendere sulle guance.
    - Non penso che il visconte si stia dando tanto da fare a cercarti …
    - Che ne sai tu? Come fai ad esserne così sicuro?
    - Quando ti ho portata via, ho lasciato sul tuo comodino una lettera per il visconte che ho scritto nella tua calligrafia, una lettera nella quale scrivevo che tu te ne volevi andare …
    - Non crederà mai a una lettera del genere!
    - Lo so. Infatti per rendere la cosa più credibile ho preparato una valigia con tutte le tue cose e ho lasciato la tua fede nuziale sul comodino. Crederà che tu l’abbia scaricato. – spiegò fiero. Christine cercò con le dita la fede sull’anulare, ma era sparita! Divenne furiosa. - Raoul non si berrà questa farsa!
    - Se non se la fosse bevuta, sarebbe già venuto a prenderti! – Christine fu a malincuore costretta a dargli ragione. – Riportami a casa … - lo pregò.
    - No, non lo farò – le rispose con una punta di malizia, avvicinandosi a lei.
    - Erik, ti prego … - disse tra le lacrime – riportami a casa … - chiese con un filo di voce.
    Erik non si fece commuovere dalle lacrime e gliele asciugò con una carezza; quindi avvicinò il viso della ragazza al suo e le sussurrò all’orecchio: – No, Christine, da adesso mi appartieni. Di nuovo.
    Le lacrime di Christine ripresero a scorrere, lasciando Erik del tutto indifferente.
    – Vado, devo sbrigare delle faccende. Tu rimani qui, tra un po’ tornerò a portarti la cena – disse e lasciò la camera.
    Christine rimase di nuovo sola in camera. Riprese a piangere, pensando a una soluzione. Doveva dire a Raoul che era stato tutta una farsa, che lo amava ancora! Doveva tornare a casa. Ma come?
    Meg non c’era in casa, era uscita a fare la spesa, c’era solo Madame Giry in cucina. Per chiamarla le sarebbe bastato suonare la campanella che stava sul comodino e lei sarebbe corsa in camera, ma così avrebbe messo in allarme anche Erik. Come poteva scappare?
    Dopo lunghi minuti di pianificazione, realizzò che l’unica alternativa era tentare la fuga da sola, approfittando della momentanea assenza di Erik; avrebbe camminato a tentoni per tutta la casa, finché non avrebbe trovato la porta d’ingresso, dalla quale sarebbe uscita.
    Così decisa, scese dal letto e iniziò a camminare, un passo alla volta, con le braccia protese in avanti in cerca di un qualcosa a cui aggrapparsi. Le ci vollero più di due minuti per localizzare solo la porta della stanza. Seguì con le mani il profilo di tutto il muro, camminando lentamente per quello che sembrava essere un corridoio interminabile. La paura di esser scoperta in quel momento da Erik non le facilitava per niente l’operazione. Ad un certo punto, le sue ginocchia urtarono qualcosa di piatto e legnoso; lo studiò con le dita, cercando di intuire cosa fosse. Quando capì che era un cancelletto, ne cercò il gancio che lo chiudeva e con estrema fatica riuscì a localizzarlo e ad aprirlo. Fece un passo avanti e il terreno le mancò sotto i piedi: scale! Se non si fosse aggrappata prontamente al corrimano, sarebbe rotolata giù. Decise di metterci più attenzione e prudenza in quel tratto che le sembrava infinito. Dopo le scale, riprese a camminare a tentoni, in cerca della porta d’ingresso. La riconobbe dagli spifferi d’aria che uscivano dalla fessura, che le gelavano i piedi. Ce l’aveva fatta! Ora sarebbe bastato aprirla e sarebbe stata fuori!
    Però, nonostante questo, esitò ad uscire; improvvisamente il senso di colpa per non aver salutato e ringraziato debitamente Madame Giry e Meg la tenne bloccata lì sulla porta per qualche istante. Ma non poteva sprecare quell’occasione! Sapeva che Erik l’avrebbe lasciata molto raramente da sola, e aveva faticato troppo per arrivare a quel punto, non sarebbe tornata indietro proprio adesso; Meg e Madame Giry le avrebbe ringraziate con una lettera, una volta tornata a casa.
    Quindi, decisa di questo, afferrò la maniglia e aprì il portone.
    Subito, l’aria fredda le punzecchiò il viso, il vento le scompigliò i capelli come non le succedeva da tempo. Salutò con un sorriso il vento e tutto ciò che le stava intorno, anche se non lo poteva vedere, era libera! Ora il problema era tornare a casa: come ci sarebbe arrivata, se nemmeno riusciva a vedere se c’erano strade intorno a lei?
    Iniziò lo stesso a camminare alla cieca davanti a sé. Sentì la terra bagnata sotto i suoi piedi nudi (per non fare rumore aveva evitato di mettersi le ciabatte) e l’aria fredda attraversava la stoffa leggera della camicia da notte, facendola rabbrividire.
    Ma lasciò correre: doveva allontanarsi dalla villa, prima che Erik la vedesse e …
    - Dove credi di andare?! – si sentì urlare alle spalle, qualcuno da dietro di lei l’afferrò per un braccio. Era Erik.
    - Lasciami! – urlò lei. Perché? Ce l’aveva quasi fatta! Tentò con tutte le sue forze di liberarsi dalla stretta di lui, ma fu inutile, era troppo forte per lei. Con un ultimo sforzo, addirittura scivolò in una pozza di fango e si arrese scoppiando a piangere.
    Erik la prese da sotto le braccia e la riportò con la forza dentro la villetta. Lei, sconfitta, si fece trascinare.
    - Oh santo cielo! Che è successo? Perché è sporca di fango? – chiese Madame Giry uscendo dalla cucina, vedendoli entrare.
    - Questa stupida ha provato a scappare! – spiegò Erik furioso e, caricatesela in spalla, fece le scale senza alcuna difficoltà, nonostante lei si dibattesse cercando di liberarsi.
    Madame Giry rifletté qualche minuto. Se Christine voleva tornare a casa doveva farlo! Erik non aveva nessun diritto di obbligarla a restare! Pese il cappotto e se lo infilò, aveva deciso. Lei e Erik avevano preso un accordo la sera prima: Christine sarebbe rimasta lì da loro fino all’arrivo del Visconte. E così sarebbe stato, il Fantasma non avrebbe potuto ribattere.
    Quindi decisa, uscì di casa.


    Per il capitolo 5 però dovrete aspettare fino a domenica MUHAHAHAHAHA!!!!
    ...e preparatevi psicologicamente (;) image) XD X9

    Edited by Chiamatemi*Uga* - 12/1/2011, 18:59
     
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